Dopo l’affaire pizza ecco un’altra inchiesta di Report a cura di Bernardo Iovene sul caffè. Come era da immaginare la puntata andata in onda domenica 15 dicembre su Raitre ha suscitato accese critiche e polemiche. Una lesa maestà del caffè napoletano che fa gridare allo scandalo.
Per la verità il servizio del cronista, tra l’altro partenopeo, ha solo documentato di come gli addetti nei bar partenopei pur avendo imparato il mestiere non sanno e non conoscono nulla di caffè, di miscele, di preparazione e neppure immaginano tutte quelle attività propedeutiche da eseguire per preparare un buon caffè. Una vera mazzata. Gli errori o meglio gli orrori pacchiani, le cattive abitudini tramandate hanno mostrato come nella città del Vesuvio il caffè è proprio una ciofeca.
Addirittura i maggiori produttori di chicchi di caffè hanno messo le mani avanti affermando che loro la miscela la producono e la vendono poi chi prepara il caffè dovrebbe essere in grado di prepararlo nel migliore dei modi valorizzando fragranza e mix di sapori. Non tutto è da buttare e non solo a Napoli si fa confusione come si evince dal servizio di Report.
Accennavamo alle polemiche per la verità strumentali e per mera visibilità ecco il politico di turno che pontifica. Si tratta di Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania che dice : “Una cosa è fare informazione, un’altra è la visione distorta e ‘macchiettistica’ che Report ha diffuso del caffè napoletano e della nostra città. Un racconto, quello del programma televisivo, che oltre a rappresentare un pessimo esempio di servizio pubblico, punta soltanto sul sensazionalismo” – sottolinea -.
“Forse ci si dimentica volutamente che il caffè è una eccellenza partenopea – prosegue – un prodotto dalla qualità rinomata nel mondo ed elemento portante della nostra tradizione culturale oltre che della nostra economia. E ci rende orgogliosi delle imprese e dei lavoratori del settore, a cui va la nostra massima solidarietà. Per i giornalisti del programma sono già pronti un po’ di ‘caffè sospesi’, glieli offriamo noi, sperando che almeno conoscano questa usanza di civiltà tutta napoletana”, aggiunge Nappi.