Un pestaggio in piena regola contro una giovane in servizio come barista presso un’attività commerciale ‘colpevole’ di aver informato alcuni avventori che era tardi e il locale doveva chiudere. È bastato quell’avviso pacato e dovuto per infastidire e scatenare la crescente rabbia di sette persone tra loro anche una donna. Un uomo seduto al tavolino esterno l’attività commerciale comincia a minacciare e inveire: “stronza, vattene a fanculo, non rompere il caz..”.
Ben presto si trascende, lo stesso soggetto si alza di scatto e getta via il tavolino. A quel punto la donna, si scaglia contro la barista tirandole con violenza i capelli. Un corpo a corpo. Giù schiaffi e pugni.Una violenza improvvisa carica di odio. Un’azione punitiva che è continuata quando la giovane ha tentato di fermare la donna.
A quel punto gli altri componenti del gruppo, invece, di sedare la lite si sono accaniti dando man forte alla donna. In particolare, la barista è stata presa a pugni e calci su tutto il corpo. Riuscita a divincolarsi, la giovane è scappata verso la propria auto parcheggiata non lontano dal bar. Frastornata e impaurita mentre si apprestava ad entrare nell’abitacolo e mettersi in salvo, è sbucato un altro uomo, forse non soddisfatto ancora delle violenze, e con particolare brutalità gli sferrava un pugno al volto colpendo l’occhio destro.
Solo il provvidenziale intervento di un cittadino extracomunitario, presente fuori al locale, attirato dal trambusto è riuscito ad allontanare l’aggressore e consentire alla giovane, nonostante lo spavento e i dolori, di ingranare la marcia e scappare via. Non appena nei pressi della propria abitazione contattava il 112. Giunta la pattuglia dei carabinieri spiegava i fatti e i militari dell’Arma si limitavano a consigliare di portarsi al pronto soccorso e poi l’indomani di sporgere denuncia. All’ospedale di Giugliano in Campania i medici hanno stilato un referto con prognosi di 5 giorni poi passati a 10 con un ulteriore consulto medico presso il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli.
La vittima di questa brutta avventura di feroce violenza si chiama Carolina L., 35 anni, residente a Giugliano in Campania, saltuariamente collaboratrice del Bar Coffee Break ubicato nel comune di Qualiano. L’aggressione è avvenuta giovedì 31 ottobre. Erano da poco trascorse le 23 e 15 e nel locale oltre a Carolina c’era un’altra giovane di nome Sonia. Il titolare proprio quella sera era andato via lasciando le chiavi del bar alle due collaboratrici con la raccomandazione di non andare oltre il solito orario di chiusura.
Quest’ultimo è un punto importante perchè proprio Carolina – come ha evidenziato nella denuncia presentata presso la Stazione dei carabinieri di Giugliano in Campania ad integrazione di un primo esposto inoltrato presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Giugliano – puntualizza : “iniziavo una piccola discussione con Sonia causata dal fatto che eravamo già mezz’ora oltre l’orario previsto di chiusura e vi erano ancora dei clienti che continuavano a consumare ai tavoli fuori l’esercizio commerciale. Sonia mi disse che non avrebbe detto in alcun modo ai clienti che eravamo in chiusura, motivo per cui decidevo di andare io direttamente e con gentilezza a chiedere se potevo già portare dentro i tavolini nel mentre loro finivano di consumare”.
E aggiunge nella deposizione integrativa ai militari dell’Arma : “Sonia invece di appoggiarmi, usciva dal bar e riferendosi a me diceva ai clienti che non dovevano pensarmi e che potevano consumare con molta calma e non importava se eravamo in chiusura”. Poi la situazione sfugge di mano. Prima le minacce e le parolacce poi una prima aggressione contro Carolina che sempre nella querela stigmatizza con amarezza il comportamento della collega: “Sonia non è intervenuta in alcun modo, sia verbalmente chiedendo magari di smettere e tanto meno fisico. Si è chiusa nel bar e non mi ha prestato neppure soccorso”.
Una vicenda gravissima che dev’essere approfondita. A livello investigativo non sarà difficile risalire all’identità degli avventori, infatti, il Bar Coffee Break è dotato di un impianto di videosorveglianza interno ed esterno come del resto la vicina pizzeria. Proprio da quei filmati, dalle testimonianze, le forze dell’ordine tenteranno di dare un nome e un cognome agli aggressori di Carolina.
Un pestaggio che poteva costare caro alla 35enne di Giugliano. Resta da chiarire anche il ruolo del titolare dell’attività commerciale che informato dalla vittima in tempo reale di ciò che era accaduto attraverso messaggi whatsapp non ha risposto e neppure contattato la sua collaboratrice.