Non si ferma la protesta degli operatori sociali del consorzio Gesco che in 300 rischiano di finire in strada a seguito della decisione della Asl Napoli 1 Centro di interrompere il contratto per la gestione dei servizi psicosociali per le fasce deboli, della medicina penitenziaria e del Dipartimento Assistenza Ospedaliera. A serio rischio è la sopravvivenza del raggruppamento di cooperative di cui è capofila la Gesco.
Non solo sono destinati a perdere il lavoro 300 operatori con anni di esperienza e di provata professionalità ciò che è seriamente compromessa è la continuità assistenziale per sofferenti psichici, anziani affetti da patologie della terza età (Alzheimer, demenza senile), disabili. Un terremoto che vede schierati accanto ai dipendenti delle cooperative anche i familiari dei pazienti che nelle strutture e nel personale hanno trovato un punto di riferimento irrinunciabile.
“Asl Napoli 1 Centro che ha deciso di rescindere con un anno e mezzo di anticipo il contratto di affidamento a Gesco e al raggruppamento di cooperative di cui è capofila – denuncia Sergio D’Angelo, fondatore di Gesco – La decisione di interrompere il contratto pesa drammaticamente su circa 300 lavoratori, costretti a lasciare il lavoro dopo moltissimi anni di impegno e sacrificio a favore degli utenti e pazienti della Asl napoletana”.
Dopo aver occupato il Maschio Angioino, oggi circa 150 operatori e i vertici della Gesco hanno ‘invaso’ gli uffici della Posta Centrale e effettuato un sit in davanti alla sede di piazza Matteotti. Diversi gli striscioni ‘Asl Azienda di Sterminio Sociale’ , ‘Il welfare non è un lusso’, ‘Giù la mani dal sociale’ di denuncia esposti per informare i napoletani di ciò che sta accadendo.