Le accuse ipotizzate dai magistrati sono di disastro, omicidi e lesioni plurime. La Procura della Repubblica di Napoli guidata da Nicola Gratteri vuole vederci chiaro.
Non solo ha avviato l’acquisizione di documenti ma anche nominato un pool di tecnici che dovranno passare al setaccio la Vela Celeste, dove lunedì alle 22 e 40 è avvenuto il crollo di una pedana collegata al ballatoio del terzo piano.
Tre persone hanno perso la vita e ci sono ancora 12 feriti di cui sette bambini ricoverati e in particolare Mya e Patrizia di 7 e 4 anni che sono in condizioni gravissime. I pm dovranno capire se il quadro disastroso dello stato dei luoghi della Vela Celeste era compatibile con l’abitabilità e se da parte dei responsabili della manutenzione e tecnici si sia sottovalutato il grave stato di degrado della struttura.
Insomma, bisogna capire una volta accertati i fatti se sono stati commessi reati colposi dovuti alla negligenza e l’imperizia oppure all’omissione nella gestione della cosa pubblica.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata sul progetto ReStart che prevede di abbattere la Vela Gialla e Vela Rossa e la riqualificazione e rifunzionalizzazione proprio della Vela Celeste, destinata all’ubicazione di uffici pubblici e non essere più usata per fini abitativi.
Ora occorre individuare le responsabilità ad esempio di chi ha certificato che non c’erano rischi dopo una serie d’interventi di messa in sicurezza, chi nei fatti ha censito e dopo aver adempiuto a tutti gli obblighi di legge ha girato la facci altrove accreditando una stanca prassi di tour over.
Gli abusivi sanati entrano in una graduatoria ottengono l’assegnazione della casa di edilizia popolare ma nel frattempo esperti e disinvolti suggeritori aiutano altri bisognosi ad occupare le abitazioni fatiscenti appena lasciate e quindi riattivare la procedura-prassi con la conquista dei requisiti ai nuovi abusivi. Tra l’altro questo fenomeno era riapparso nell’ultimo censimento portato avanti dal Comune di Napoli a cui la stessa amministrazione si era opposta facendo insorgere gli abusivi che hanno manifestato davanti Palazzo San Giacomo.
Resta il grande tema queste persone fragili, bisognose, per lo più impegnate in lavori non osservati hanno diritti costituzionali e oltre alla casa e al lavoro devono abitare in sicurezza. Rispetto a tutti grandi progetti e linee politiche d’indirizzo chi, in questi anni, doveva vigilare e intervenire almeno su passerelle, ballatoio,scale, balconi e finestre? E se sono intervenuti i lavori di somma urgenza per una straordinaria manutenzione c’è stato qualcuno che ha controllato e verificato che i lavori sono stati eseguiti in modo efficiente? Ecco l’inchiesta dovrà appurare anche quest’aspetto.