L’imbarazzo è forte ai piani alti del Pd. Già immagino le riunioni frenetiche, le chat roventi e la ricerca di parole e formule di comodo per salvare le apparenze senza dire nulla: “Antani, blinda la supercazzola prematura con doppio scappellamento a destra?”.
L’inchiesta giudiziaria su appalti, corruzione, traffico d’influenze di Pozzuoli che ha portato al fermo di 11 persone e tra loro direttamente in carcere l’ex sindaco Vincenzo Figliolia e Nicola Oddati, storici dirigenti dei Ds e poi PD non può essere liquidata con la formula : le responsabilità penali sono personali. Fermo restando la presunzione d’innocenza, c’è molto da riflettere.
In particolare Oddati non è uno qualsiasi. È una figura apicale nell’album della storia recente dei Democratici di sinistra e del Partito democratico. La sua storia politica di dirigente di partito e dei ruoli istituzionali ricoperti ci racconta la fragilità, la crisi e lo stato gassosso di un partito che di sinistra ha ben poco a parte qualche slogan.
Se Oddati e Figliolia – come sostengono i magistrati – hanno potuto creare un network per favorire imprenditori-clienti per assegnare appalti al Rione Terra, significa che il Pd con i suoi dirigenti, rappresentanti istituzionali e attivisti non conta nulla. È staccato dal principio di realtà.
L’encefalogramma è piatto. Tolti i cacicchi, i figli di, i capibastone e i signori delle tessere restano le chiacchiere, i selfie e poc’altro.
La politica è un’altra cosa.