Rapito, picchiato, torturato poi ammazzato a colpi di pistola e il corpo nascosto in un sacco sottorrato in una campagna. Il cruento ‘omicidio del 22enne Antonio Natale del Parco Verde di Caivano avvenuto 4 ottobre di due anni fa divenne un caso nazionale.
Appelli, una fiaccolata dopo la sua scomparsa e le tecamere della trasmissione di Raitre Chi l’ha visto?. Poi la presa posizione di don Maurizio Patriciello con la richiesta ai killer almeno restituite il corpo. Il cadavere di Natale sarebbe stato rinvenuto dopo due settimane in un fondo agricolo, il 18 ottobre 2021.
Il 22enne che lavorava come pizzaiolo al Nord Italia, tornò a Caivano a ridosso della pandemia. Si materializzarono le solite cattive compagnie e Antonio Natale cominciò a smerciare droga, un pusher che ben prsto entrò nel mirino del clan perchè accusato di essersi impossessato di una borsa contenente droga, armi e denaro. Un grave affronto da punire.
Stamane i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Napoli, hanno notificato tre arresti in carcere a tre persone già detenute ritenute appartenenti al commando che attirò in un tranello e poi assassinò Natale con tre colpi di pistola al torace e alla testa. Tutto avvenne di ritorno da una giornata di shopping a Napoli.
Quel giorno, infatti, il ragazzo disse che andava a Napoli per comprare abbigliamento. Il giorno dopo la mamma ne denunciò la scomparsa. “La camorra mi ridia mio figlio, vivo o morto che sia. Ho denunciato tutto e tutti. Si sappia ho fatto anche i nomi” denunciò la madre che fece contrallre il muro di silenzio e riuscì a coinvolgere gli abitati del Parco Verde nella protesta contro i clan.