Per la festa che celebra il santo di cui porta il nome, il boss dell’Alleanza di Secondigliano, Patrizio Bosti faceva consegnare un pacco alimentare alla gente del rione Amicizia di Napoli a fronte del quale però le persone erano tenute a pagare una somma.
A rivelarlo, ai sostituti procuratori della DDA di Napoli Alessandra Converso, Ida Teresi e Antonella Serio, è il collaboratore di Giustizia Teodoro De Rosa.
“…Alla fine il Bosti – dice ancora il ‘pentito’ – appariva fare una beneficenza ai poveri mentre in realtà era un modo per raccogliere altri soldi a suo favore”.
Il boss, inoltre, teneva sotto controllo i versamenti che, finivano nelle sue tasche: “…Per controllare la cosa – spiega De Rosa – in ogni occasione si doveva scrivere su un registro nome e cognome di chi andava a ritirare il pacco e versava la somma”.
Il collaboratore di Giustizia, inoltre, rispondendo alle domande degli inquirenti spiega che alla fine delle funzioni religiose, l’esplosioe dei fuochi d’artificio era gestito da persone del clan: “…i fuochi (d’artificio, ndr) – dice ancora De Rosa – almeno fino al 2010 era obbligatorio comprarli dal genero di Francesco Mallardo (elemento di vertice dell’ omonimo clan componente l’Alleanza di Secondigliano, ndr). Mio cugino collaborava con lui nel senso di raccogliere in giro per le cappelle i soldi per i fuochi…”.