A pochi giorni dal quarto anniversario della scomparsa, il Tribunale di Jalisco, lo scorso 27 gennaio, ha confermato la condanna a 50 anni di carcere inflitta ai poliziotti ritenuti coinvolti nella scomparsa di Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, di cui si sono perse le tracce in Messico il 31 gennaio 2018, poco dopo la scomparsa di Raffaele Russo, padre e zio di Antonio e Vincenzo.
Lo rende noto l’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie Russo e Cimmino. I due sono stati condannati lo scorso 9 aprile, al termine di un processo che ha un colpo di scena degno di un film d’azione: insieme con Salomon Adrian Ramos Silva ed Emilio Martines era imputata anche Linda Guadalupe Arroyo, a fuggire clamorosamente durante una pausa dell’udienza, e di cui ancora oggi non c’è traccia.
“Quattro anni – scrive in un post su Fb Fortuna Russo, sorella di Raffaele – pieni di dolore e il minimo era confermare la sentenza. Non ci arrenderemo mai – aggiunge Fortuna – finché non li troveremo…”.
“A ridosso del quarto anniversario della scomparsa dei nostri connazionali – dice all’Ansa l’avvocato Falleti – il Supremo Tribunale di Giustizia di Jalisco ha confermato la condanna dei poliziotti. Abbiamo avuto giustizia, certo, ma in noi resta ancora un vuoto: chi sono i mandanti? Quanti sono quelli rimasti impuniti? Ma soprattutto dove sono Lello, Antonio e Vincenzo. Chi sa parli. Questo il nostro appello. Per la giustizia e per le famiglie”.