Al ristorante, in palestra e in aereo senza aver subito un tampone. Sfruttava i canali informatici delle farmacie l’organizzazione criminale, composta anche da raffinati hacker, capace di generare far green pass e super green pass illegali per i loro ‘clienti’ direttamente dall’apposita piattaforma informatica del Ministero. Certificati che sono già stati tutti disabilitati grazie alla collaborazione tra la Polizia Postale, la Procura di Napoli e il Ministero della Salute.
La “Postale nell’ambito di questa delicata indagine, la prima nel suo genere in Italia”, ha eseguito finora 40 perquisizioni e 67 sequestri preventivi (di certificati emessi illecitamente per operai, impiegati e disoccupati) disposti dal pool cyber crime dell’ufficio inquirente partenopeo guidato dal procuratore Giovanni Melillo.
Al momento 15 le persone ritenute dai pm partenopei sono appartenenti all’organizzazione criminale finiti nel degli indagati con 67 loro registro clienti i quali, come emerso dagli accertamenti, con in mano il certificato insieme illecito earsene in giro liberamente malgrado le restrizioni.
I reati contestati ai membri della banda – composta da esperti informatici, presunti operatori tecnici e procacciatori di clienti – sono associazione a delinquere e, a vario titolo, accesso abusivo aggravato e falso ideologico.
Tutto è cominciato con una telefonata a un farmacista che credeva di parlare con un operatore del supporto tecnico il quale, lamentando malfunzionamento del sistema, induceva l’operatore ad utilizzare un componente software di teleassistenza.
In realtà si trattava di un’applicazione che gli consentiva di controllare il computer del farmacista da remoto e soprattutto di rubare informativi regionali sulle applicazioni remote da utilizzare per generare i certificati.
Gli hacker erano anche in grado di aggirare l’ostacolo dalle farmacia, SPID della farmacia impiegando siti-clone delle società che gestiscono le identità digitali.