La missione è fermare i licenziamenti e dare un nuovo futuro allo stabilimento ex Whirlpool di Napoli.
Questa è la partita sul sito di via Argine, dove dal 31 ottobre dello scorso anno la multinazionale ha smesso la produzione di lavatrici e ora 322 lavoratori rischiano di restare senza un posto, si giocherà tutta a carte scoperte nel prossimo incontro convocato per giovedì 23 settembre.
Ad una settimana dal termine della procedura di licenziamento collettivo avviata dall’azienda a metà luglio, che scade appunto il 29 settembre.
Trascorsi i 75 giorni previsti dalla legge per la procedura di consultazione, senza un accordo, scatteranno i licenziamenti. Il tempo stringe e lo spiraglio è la riconversione dello stabilimento dalla produzione di elettromestici ad hub di mobilità sostenibile, con l’arrivo di un consorzio industriale e la partecipazione di Invitalia.
Un progetto, prospettato ad agosto, su cui “stiamo lavorando”, sottolinea la viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, nel corso dell’incontro di oggi, in modo che “riesca a gestire il riassorbimento della forza lavoro”.
All’appuntamento del 23 settembre, Invitalia illustrerà nel dettaglio il piano delineando il percorso per la reindustrializzazione del sito e per la gestione del riassorbimento dei lavoratori.
Whirlpool, presente al tavolo con l’ad Luigi La Morgia, finora ha confermato la procedura di licenziamento collettivo, ma si è detta disponibile a valutare il piano di reindustrializzazione. E a dare “il supporto” necessario per la transizione dei lavoratori di fronte ad un progetto che metta d’accordo governo e sindacati.
Su questo, i sindacati insistono con l’azienda perché non proceda con i licenziamenti “così da avere il tempo necessario per una discussione vera” e chiedono al governo un piano concreto e quindi “di conoscere i nomi degli imprenditori coinvolti nel progetto di costituzione di un polo industriale di mobilità sostenibile”.
Fim, Fiom e Uilm chiedono, in vista del nuovo tavolo che considerano di “fondamentale importanza”, anche un intervento “in prima persona” del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
In concomitanza con l’incontro, i lavoratori sono tornati a manifestare davanti al Mise, con striscioni, bandiere e fumogeni e lo slogan che ormai accompagna la vertenza “Napoli non molla”.