Aveva da poco finito di scontare una detenzione agli arresti domiciliari per reati legati al mondo della droga, Francesco Immobile, il pregiudicato di 35 anni ucciso in un agguato avvenuto a Torre Annunziata (Napoli), nei pressi del piazzale antistante la chiesa di Sant’Alfonso de’ Liguori, non distante dal luogo dove risiedeva.
I killer hanno esploso numerosi colpi. La vittima è stata caricata su di un’auto privata e portato d’urgenza al Pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.
Un tentativo di salvargli la vita tanto disperato quanto vano visto che il trentacinquenne è deceduto a causa delle gravissime ferite riportate nel raid armato. Intanto sul luogo del delitto, la zona del piazzale antistante la chiesa di Sant’Alfonso de’ Liguori, sono giunti gli agenti del locale commissariato di polizia – che indagano sull’episodio di chiara matrice camorristica – per effettuare tutti i rilievi.
Gli inquirenti – sul caso indagano gli agenti del commissariato di polizia – non sembrano avere dubbi sulla matrice camorristica del delitto, portato a termine con l’esplosione di una decina di colpi di arma da fuoco, molti dei quali hanno raggiunto la vittima: la vicenda infatti sarebbe da inquadrare proprio nella lotta alla gestione dello spaccio di droga nella città vesuviana.
In passato Immobile era stato protagonista di un particolare episodio di cronaca: era il febbraio del 2018 quando, sorpreso allora dai carabinieri e in possesso di marijuana e cocaina, aveva tentato di fuggire a piedi dopo essere sceso da un motociclo sul quale si trovava ma, a causa del fondo stradale viscido per la pioggia, era scivolato e si era procurato la frattura del malleolo sinistro.
Sulla vicenda è interveuto il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto che ha aderito al Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare di Torre Annunziata che vede un cartello di associazioni, sindacati, gruppi del volontariato : “A Torre Annunziata c’è una guerra di camorra. Un nuovo raid armato ad ora di pranzo, davanti a una chiesa”.
“Torre Annunziata è ostaggio dei clan in guerra tra loro per il predominio degli affari illeciti. È una città morente. In pieno giorno si spara per strada e tutti sono in pericolo di vita. Non c’è più tempo da perdere. Si è fin troppo sottovalutata la situazione. Dobbiamo disarmare Torre Annunziata. Lo Stato deve fare lo Stato”.
“La società civile deve far sentire la propria voce. Chi resta indifferente è complice dei clan. Fortapàsc non l’abbiamo ancora sconfitto. Domani mattina alle ore 10 a Villa Parnaso con Paolo Siani e i familiari delle vittime innocenti della camorra saremo insieme al comitato di liberazione dalla camorra per ricordare, davanti alla panchina della libertà di stampa, Giancarlo Siani. Siamo stanchi di una città dove i diritti sono negati. Poi una delegazione incontrerà il prefetto di Napoli. Insieme per battere camorra e malaffare” – conclude il parlamentare -.