Dieci condanne, di cui sette anche per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. E’ la sentenza pronunciata a Bologna dal gup Grazia Nart nel processo a carico degli appartenenti a presunti gruppi di camorristi attivi su Rimini e sgominato da un’indagine della Dda che a ottobre del 2019 portò, con l’operazione ‘Hammer’, all’emissione di misure di custodia cautelare.
In particolare le indagini hanno ricostruito lo scontro tra due fazioni criminali per il controllo del territorio, una legata al noto clan napoletano Contini e l’altra alla famiglia Romaniello.
In particolare il giudice dell’abbreviato ha condannato a 20 anni Ciro Contini, 30 anni, nipote del boss Eduardo Contini, detto “’o romano” difeso dall’avvocato Dario Procentese di Napoli e a 12 anni e otto mesi per l’uomo ritenuto suo braccio destro, Antonio Acampa, difeso dall’avvocato Fausto Bruzzese.
Sedici anni poi per Armando Savorra e Cosimo Nicolì, tredici per Fabio Rivieccio, 12 anni e quattro mesi per Pasquale Palumbo, otto anni e quattro mesi per Francesco Capasso, otto anni e otto mesi per Massimiliano Romaniello, nove anni, sei mesi e 20 giorni per Antonino Di Dato, cinque anni e quattro mesi per Giuseppe Ripoli.