Più che una questione politica, si tratta di una questione psichiatrica. Si fa una diretta web e tv adoperando toni drammatici, tragici e annunciando un provvedimento restrittivo di chiusura totale della Campania.
Poi a 24 ore di distanza ci si accorge che il Governo nazionale oltre a non essere d’accordo non è neppure disponibile ad erogare ristori e piano economici sociali speciali.
Allora il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca fa precipitosamente marcia indietro e annuncia che per ora si è scherzato, non ci sono le condizioni per lo stop generalizzato.
La constatazione è drammatica: emerge che De Luca prima del clamoroso annuncio non si era consultato con nessun esponente del Governo. In pratica si pensava di bloccare sei milioni di cittadini campani senza avere nel cassetto un accordo con l’esecutivo e senza aver previsto prima un sostegno economico per le categorie economiche e sociali. Una follia.
Nel frattempo sono esplose rivolte, insurrezioni e guerriglie a Napoli e in provincia per il paventato lockdown che non poggiava su nulla alle quali De Luca ha risposto con durezza e intransigenza.
Poi il clamoroso passo indietro, nessuna chiusura. Nel frattempo il coronoviris veleggia in media a 1800 contagiati al giorno, ospedali quasi al collasso e terapie intensive colme.