Sono iniziati questa mattina gli esami tecnici dei device sequestrati al bambino di 11 anni che la notte tra lunedi’ e martedi’ si è suicidato lanciandosi dalla finestra del bagno di casa, all’undicesimo piano di un palazzo di Chiaia, quartiere ‘bene’ di Napoli.
La procura di Napoli, sezione ‘Fasce deboli’ (coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone) ha affidato l’incarico alla polizia postale che sara’ affiancata anche a un perito nominato dalla famiglia del bambino. Un telefono cellulare, lo stesso con il quale ha inviato alla mamma un messaggio prima di lanciarsi nel vuoto, il computer di famiglia e una consolle sono sotto esame.
La procura ha anche ascoltato gli amici della piccola vittima alla ricerca di tracce che possano portare a comprendere le ragioni del gesto estremo.
Dall’esame autoptico non sono emerse lesioni di genere diverso da quelle provocate dalla caduta e neanche le telecamere interne all’edificio hanno dato elementi di indagine; quando il bambino si e’ lanciato, non c’era nessuno in zona.
Lui avrebbe scritto nell’ultimo sms “adesso ho un uomo nero davanti e non ho tempo”.
La procura batte per questo la pista che porta al web e a una challenge del tipo Jonathan Galindo, che spinge i più giovani nel baratro. La famiglia intanto chiede “silenzio e rispetto per il dolore, pur comprendendo le ragioni del mondo dell’informazione”.