L’emergenza si chiama trasporto pubblico. Napoli diventa la spia sul cruscotto di ciò che potrebbe accadere a settembre in tutte le metropoli italiane.
Pochi autobus circolanti, paseggeri stipati come sardine, rigide regole anticovid non rispettate. È il caos. Ecco il caso Napoli.
L’Anm, l’azienda napoletano di mobilità, è allo stremo. La situazione pre-covid era già tragica, solo per il rotto della cuffia si è evitato di portare i libri in tribunale. Ogni mese San Gennaro ci deve mettere la sua provvidenziale mano per racimolare i soldi per stipendi e per il carburante.
Quei pochi autobus circolanti possono garantire poche corse. Alle fermate, gli utenti sono imbufaliti, arrabbiati e sposarsi a Napoli è una vera e propria via Crucis quotidiana. Basta un niente per accendere la miccia.
Il fatto è accaduto sulla linea 151 che collega i quartieri dell’area flegrea con la stazione di piazza Garibaldi. Una tratta fondamentale ora ancora di più per lo stop alla linea 2 della metropolitana per urgenti lavori di manutenzione.
Una signora a bordo del bus redarguisce due giovani perchè non indossano la mascherina. Le grida raggiungono l’autista che ferma il mezzo e ordina a chi è sprovvisto di scendere. Parole più di circostanza. Sono le 20 e 30 e nessuno è disposto a rispettare il diktat. Il 151 è un carnaio altro che rispetto del distanziamento, si viaggia uno appiccicato all’altro.
Una vera bolgia. La signora insiste. La voce è affannata. Un adolescente seduto all’altezza della porta centrale risponde in malo modo: “A zia statti zitta. Basta. Pensa a campare”.
La donna reagisce e ne nasce un litigio. Il giovanissimo la minaccia: “Se non ti stai zitta ti butto giù da finestrino…”. La signora indomita si avvicina e faccia a faccia gli grida: “Portami rispetto, non ho paura di te, devi comportarti in modo educato e abbassa la voce”.
Quando tutto sembrava finito riscoppia il parapiglia. E approfittando dall’apertura della porta, l’adolescente spintona e schiaffeggia la donna. Scene assurde, gravi anzi gravissime. Cosa ci aspetterà a settembre?
La mobilità pubblica al tempo del Covid è la vera grande sfida con cui le grandi città dovranno fare i conti. Ecco, come? Napoli non ha un soldo in cassa. Se non è dissesto formale lo è nella sostanza.
Una città abbandonata, in agonia, affamata, umiliata, piegata sulle ginocchia, moribonda. Napoli è un caso nazionale e qualcuno dovrebbe metterci mano. Il sistema non regge. La mobilità va ripensata, le linee Anm vanno rinforzate, istituiti controlli e sorveglianza a bordo.
A Napoli il tempo sembra scaduto, qualcuno del Governo si assumerà questa responsabilità?
Arnaldo Capezzuto