Volla, la Dubai del cemento all’ombra Vesuvio continua la sua espansione. Da queste parti ruspe, gru, betoniere e ponteggi praticamente fanno parte dell’arredo urbano. Nuovi progetti sono in cantiere e sui quali il prossimo 22 maggio la seduta del traballante Consiglio comunale dovrà esprimersi.
Insomma, chi immaginava una seduta concentrata a discutere e adottare provvedimenti post Coronavirus su questione attinenti : sanità pubblica, pulizia straordinaria, verde pubblico, viabilità, trasporti, ed emergenza economica dovrà attendere un altro ordine del giorno. A Volla la ‘normalità’ della fase 2 è avviare nuovi cantieri.
Il 22 maggio si parlerà del punto 5 ovvero “di demolizione e ricostruzione di un fabbricato da adibire a edilizia residenziale sociale in località Masseria De Carolis, dell’installazione di chioschi su aree verdi comunali e della quantità e qualità di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie”.
La storia è questa, il 29 agosto dell’anno scorso viene presentata con protocollo 26162 una istanza di permesso di costruire con “la demolizione e la ricostruzione di un fabbricato da adibire a edilizia residenziale sociale (ERS), ludoteca e ristrutturazione della cappella esistente in località Masseria De Carolis e precisamente in via De Carolis 166”.
Si tratta di opere di interesse privato ad uso pubblico che la normativa consente in deroga degli strumenti urbanistici generali perchè siamo di fronte a edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico. Si applica una modalità semplificata della normativa che consente il possibile rilascio di un permesso a costruire convenzionato.
La parola finale la scrive il Consiglio comunale. L’aula consiliare, infatti, deve “effettuare una comparazione tra l’interesse pubblico al rispetto della pianificazione e quello privato ad attuare un intervento costruttivo, che assume rilievo pubblico inteso nel razionalizzare e riqualificare aree degradate e che soddisfi interessi della comunità”.
Nell’istanza presentata, i costruttori si sono impegnati “ad eliminare definitivamente il pericolo di possibili crolli dei manufatti, di ripristinare la viabilità su via De Carolis e l’arteria di collegamento tra via Filichito e via V. Emanuele e inoltre sono pronti a edificare un fabbricato di edilizia residenziale sociale e una ludoteca completamente funzionante e il successivo recupero della esistente cappella”.
Nulla da dire tanto è vero che l’architetto Carmela Granata responsabile del settore IV – Urbanistica esprime parere favorevole. La pratica passa alla Giunta Comunale che constatata l’urgenza e la priorità dell’intervento autorizza anche perché una perdita di tempo potrebbe causare grave nocumento alla pubblica e privata incolumità.
Pochi giorni e l’atto d’indirizzo incassa parere di regolarità tecnica, parere di regolarità contabile, attestazione di conformità a leggi, statuto e regolamenti, e per finire il 3 febbraio avviene la pubblicazione nell’albo pretorio comunale. Il 22 maggio alle 15 e 30 la delibera approderà in Consiglio Comunale e dopo una istruttoria dovrà essere messa ai voti. Nessuna nebbia burocratica, nessun trucchetto, tutto sembra filar liscio.
C’è solo qualche ‘se’ e qualche ‘ma’. Chi conosce la storia dei palazzi di Volla sa come sia delicato il settore dell’urbanistica. Non casualmente l’amministrazione di Volla fu sciolta nel 2004 per infiltrazioni camorristiche. Nella relazione della Commissione d’accesso si fa espressamente riferimento a convergenze di interessi tra imprenditori, costruttori, politici, funzionari pubblici e clan.
Con l’arrivo al Comune di Volla dell’architetto Carmela Granata come nuovo dirigente responsabile del settore IV – Urbanistica è stato un voltare pagina. I codicilli, i cambi in corsa di destinazione d’uso, le deroghe, le interpretazioni fantasiose dei regolamenti, le pratiche istruite che dicevano una cosa e poi in pratica se ne realizzavano altre, si sono bruscamente interrotte.
Addirittura a Volla si è iniziato a controllare i cantieri con la verifica di eventuali difformità che spesso ha condotto a sequestri di cantieri con relativa documentazione inviato alla Procura della Repubblica. Tensioni, muri di gomma e diffidenza. Volla, improvvisamente sembra un ambiente ostile. La sensazione è di un generale remare contro.
La decisione e l’occasione professionale: l’architetto Carmela Granata partecipa alla selezione della mobilità esterna volontaria per la Città Metropolitana di Napoli risultando prima. A questo punto la Giunta comunale di Volla, l’11 febbraio scorso ha concesso il nulla-osta definitivo alla Granata. L’architetto a decorrere dal 1 marzo esercita la nuova funzione presso il nuovo Ente.
La Giunta comunale con il sindaco Pasquale Di Marzo, il 5 febbraio con decreto numero 21 ha affidato ‘ad interim’ al geometra Gennaro Marchesano la guida del Settore IV – ‘Urbanistica’ del Comune di Volla, funzionario già responsabile del V Settore – Lavori pubblici. Il geometra Marchesano continuerà, sicuramente, il rigoroso lavoro all’Urbanistica nel solco tracciato dalla Granata.
Eppure sinistri presagi aleggiano nel cielo di Volla. Quante opere sono state autorizzate nel piccolo comune vesuviano e sulla carta dovevano offrire nuovi servizi di fruibilità pubblica? Quanti progetti di tipo privato contenevano edilizia residenziale sociale (ERS), ludoteche, piscine pubbliche, scuole e risistemazione di strade, piazze, larghi e arredo urbano?
Scatole vuote, artifici, trucchi e giochi di prestigio finiti di recente sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Nola. I due sequestri del marzo e maggio 2019 di una serie appartamenti e villette a schiera per un valore di svariati milioni di euro non erano sulla carta conformi alla normativa urbanistica?
In realtà i magistrati hanno scoperto che a fronte di permessi per costruire regolarmente rilasciati per realizzare complessi immobiliari con destinazione non residenziale (centri medici, parcheggi, servizi scolastici) – come prescrive la normativa per gli immobili ricadenti in zona “F” – con successiva Scia in sanatoria si è proceduto, invece, al cambio di destinazione d’uso in abitativo/residenziale che nulla aveva di pubblico e poco c’entrava co quanto in precedenza era stato autorizzato.
Il timore di molti cittadini è che adesso, le lobby del mattone puntino su nuove lottizzazioni e speculazioni aggredendo la restante parte rurale e agricola di Volla per edificare.
Arnaldo Capezzuto