“Essendo meridionali inferiori non siamo in grado di comprendere gli arguti articoli di questa testata giornalistica indipendente! Ci voglia scusare il direttore Feltri!”. È uno dei tanti cartelli affissi stamane a Napoli fuori le edicole che avvisa i clienti che il quotidiano Libero non è più in vendita per rifiuto.
Le uscite sgangherate di Vittorio Feltri e Pietro Senaldi rispettivamente direttore editoriale e direttore responsabile del ‘Quatidiano Libero’ cominciano ad avere i primi effetti.
A parte la pioggia di segnalazioni, denunce ed esposti, gli edicolanti cominciano nel rifiutarsi di vendere il giornale.
A Napoli è stato un passaparola spontaneo, un sommovimento d’indignazione dopo le ultime, gravi e infamanti affermazioni di Feltri in Tv contro i meridionali e in particolare i napoletani.
E proprio nella città all’ombra del Vesuvio stamane molti edicolanti non hanno accettato il giornale di Feltri e Senaldi.
I distributori sono stati costretti – dietro il ‘no’ fermo e categorico degli edicolanti – a sfilare il ‘Quotidiano Libero’.
In pratica gli edicolanti si riufiutano non solo di esporre il giornale ma anche di venderlo e quindi togliersi il lavoro a fine giornata di fare la resa.
E allora non è raro imbattersi in avvisi scritti a caratteri cubitali a Napoli come in Calabria: “Questa edicola non venderà più il giornale ‘Libero’.”
Arnaldo Capezzuto
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