C’era una volta il Movimento 5 Stelle. L’ex capo politico Luigi Di Maio prima ha distrutto tutto e poi ha tagliato la corda.
In Emilia Romagna e in Calabria il risultato dei candidati governatori dei Pentastellati è imbarazzante. Numeri che somigliano a prefissi telefonici. Finalmente i vertici del Movimento 5 Stelle cominciano a prendere dimestichezza con la realtà. La bolla si è rotta.
I grillini sono praticamente scomparsi. Una estinzione che è la sommatoria di tanti errori politici di chi si sentiva uno statista, uno stratega, un unto del Signore, un monarca ma in realtà non ha mai avuto né arte e né parte.
Praticamente un nipotino del berlusconismo che ha trasformato un libero movimento d’opinione in un proprio comitato di potere.
Un modesto Cesare che avrebbe avuto probabilmente difficoltà anche ad amministrare un condominio. Di quel Movimento 5 Stelle fondato da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo non resta più nulla. Nato per fare la rivoluzione è passato dal 33 al 5 per cento dei consensi degli italiani
Il candidato in Emilia Romagna dei 5 Stelle Simone Benini è al 5 per cento stessi numeri per Francesco Aiello in Calabria. Ci sarà da studiare da aprte degi analisti.
Mai nella storia d’Europa un partito ed i suoi leader hanno avuto un andamento del genere. Di Maio e amici più che a statisti hanno sempre somigliato a somari.
Ora resta solo un popolo orfano, un sogno infranto, il lutto e i titoli di coda.