Nuova tappa per il programma di sensibilizzazione “A Natale non fare il Pacco!” ideato dall’Associazione Museo del Vero e del Falso.
Dopo il cortile di Sociologia e quello di Architettura, è stata la volta di piazza San Domenico Maggiore, presso lo storico palazzo Corigliano e di Palazzo Giusso, entrambe sedi dell’Università degli studi di Napoli ‘L’Orientale’.
Il progetto ha lo scopo di iniziare un dibattito formativo per informare i giovani sui danni generati dal fenomeno della contraffazione. In questo periodo natalizio, durante il boom degli acquisti di regali per Natale, come vestiti, elettronica, giocattoli, aumentano vertiginosamente vendita a acquisto di prodotti contraffatti; un allarme sottovalutato in cui non si tiene conto né della tossicità dei prodotti né tantomeno, di quanto questo giro di affari annienti chi produce rispettando le regole.
Il lavoro di affissione dei volantini informativi in tutte le bacheche pubbliche universitarie, intende attirare l’attenzione dei tanti che sottovalutano il problema, non percependolo come rischioso per la nostra salute e il nostro benessere sociale.
Nel volantino oltre lo slogan è presente un rimando, per chi vuole informarsi di più al sito www.museodelveroedelfalso.it e l’invito a seguire l’Associazione nei principali canali social.
“Acquistare e regalare prodotti contraffatti favorisce la criminalità organizzata, aumenta la disoccupazione e annienta l’economia legale delle aziende a norma” è questo il grido di denuncia affisso nei dipartimenti napoletani, un messaggio diretto alle nuove generazioni e che ha riscontrato l’interesse di tanti, a dimostrazione che i ragazzi napoletani sono non solo sensibili alle tematiche sociali ma anche e soprattutto sempre pronti a mettersi in prima linea con la volontà di migliorare l’attuale condizione italiana.
“Costa di meno”, sembra questo il pensiero comune, ma non tutti sanno che una maglia a basso costo, ad esempio, viene mercificata dalle criminalità organizzate, senza badare a nessuna forma di fatturazione, introiti mancati alle casse dello stato e quindi a tutti noi. Un capo a basso costo contiene coloranti azoici, responsabili della presenza di ammine aromatiche che vengono purtroppo utilizzati per la fabbricazione di un gran numero di prodotti contenenti lana, cotone e cuoio.
Nell’industria del falso, i tessuti, inclusi quelli di fibre naturali (oltre al cotone, anche la lana, seta o lino) vengono sottoposti a innumerevoli trattamenti quali sbiancatura, impregnazione con prodotti ausiliari per aumentare la resistenza in fase di tessitura, lucidatura e stabilizzazione nonché a tutti i processi protettivi (antimuffa, antinfeltrimento, antipiega, ecc), che prevedono l’utilizzo di sostanze chimiche, anche tossiche e che lasciano residui significativi nella confezione finale.
Per favorire il cambiamento di rotta di questo sistema del malaffare, quale arma migliore che informare i giovani spiegando loro che l’illusione di risparmiare nasconde in realtà un vero e proprio pacco? È tempo che i napoletani lo sappiano: niente a che vedere con i pacchi regalo di Natale!
Amedeo Zeni