“Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di ‘rimodulazione’ dell’Iva. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare. Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’Iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo”.
La nota dettata alla stampa da parte del Movimento 5 Stelle è secca e lascia davvero poco all’interpretazione. Si tratta di un avvertimento pesante che ha creato scompiglio a Palazzo Chigi.
L’ipotesi di una serie di voci che potrebbero essere ritoccate per consentire di racimolare i 5 miliardi che mancano all’appello ha fatto andare su tutte le furie i Pentastellati.
Nel mirino è finito il neo ministro dell’Economia il piddino Roberto Gualtieri che tra le righe, se da un lato taglierebbe un paio di punti dell’Iva su beni di prima necessità, dall’altro sarebbe pronto per alcuni beni specifici ad alzarli.
Insomma, si tratta del principio della progressività : chi guadagna di più e acquista beni secondari è giusto che paghi di più e quindi surrettiziamente contribuisce per chi guadagna di meno.
Ma i grillini fanno muro e cominciano a guardare con sospetto il premier Giuseppe Conte che invece di fare da garante e mantenere un equilibrio nell’esecutivo che rispecchi le diverse sensibilità dell’alleanza pare sbilaciato sulleposizioni del Pd.
Pier Paolo Milanese