Si complica e precipita la crisi allo stabilimento della Whirlpool di via Argine a Napoli.
Il decreto imprese – targato Luigi Di Maio – approvato nel periodo pre-crisi che stanziava nuove risorse per il polo produttivo partenopeo non sarebbero sufficienti per equilibrare le diseconomie dello stabilimento di Napoli.
Il provvedimento è in giacenza colpa della crisi di governo ma non è sufficiente per ridare un futuro produttivo allo stabilimento di Napoli e ai suoi dipendenti.
Lo scrive l’azienda in una nota spiegando che il decreto rappresenta un intervento “non sufficiente a garantire la profittabilità dello stabilimento di Napoli nel lungo periodo e la competitività di Whirlpool nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)”.
“I 16,9 milioni di euro previsti dal testo del decreto legge per il biennio 2019-2020 sono calcolati considerando la messa in solidarietà al 60% della quasi totalità dei 5.500 dipendenti di Whirlpool in Italia” – scrivono dall’azienda -.
“Questa non è un’opzione in quanto non in linea con il piano industriale 2019-2021 e poi il potenziale beneficio sarebbe distribuito su tutti i siti italiani e non rappresenterebbe un intervento strutturale per il futuro a lungo termine di Napoli”.
Resta in piedi – sembra di capire – solo l’unica strada della conversione industriale del sito. In ansia i 410 dipendenti che da mesi presidiano e occupano il polo produttivo.
Una brutta notizia che complica il quadro e fa masticare amaro. Ora si attendono da Roma notizie sulla formazione del nuovo governo e che possa riprendere al più presto la trattativa.