Solo un colpo di scena clamoroso, il subentrare un nuovo e inaspettato evento potrebbe far desistere il premier Giuseppe Conte dal rassegnare le dimissioni.
Alle 15 dopo il dibattito in Senato, il presidente del Consiglio salirà al Quirinale e rassegnerà le dimissioni al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Si, conclude il ‘governo del cambiamento’, l’alleanza tra giallo-verdi regolata da un contratto.
Eppure, per tutta la notte hanno lavorato instancabilmente le diplomazie.
Riunioni, incontri, summit per tentare di fare la quadra e salvare il salvabile. Uno sforzo politico per portare in porto la riforma del taglio dei 345 parlamentari tanto al cuore al M5S dove i leghisti hanno dichiarato la loro disponibilità nel votarla per la quarta lettura.
Ma se il governo dovesse cadere, la riforma molto probabilmente finirà sul binario morto. Infatti, nell’ipotesi in cui si dovesse formare una nuova maggioranza e quindi un nuovo governo, il Pd già si è detto non disponibile perché giudica la riforma del taglio dei parlamentari pasticciata.
Ora l’attesa è per il discorso di Conte, per il racconto dall’interno di questi mesi e del rapporto con l’alleato della Lega.
Il premier farà un discorso di verità perché agli italiani dev’essere raccontata la verità. Parole che punteranno contro il ministro dell’Interno – ancora in carica – Matteo Salvini.
Se prima Conte – spinto anche da un risentimento personale era sicuro dei suoi passi – dopo il forte pressing di Luigi Di Maio e di una parte del Movimento, tentati ancora di riaprire con la Lega – comincia ad essere attraversato da qualche dubbio.
Il cosiddetto ‘Governo Ursula’ proposto da Romano Prodi con M5S, Pd e Forza Italia cioè l’alleanza che ha votato alla Commissione Ue Ursula Von Der Leyen a cui si aggiungerebbero Leu, +Europa fa accapponare la pelle ai grillini.
I penastellati passerebbero dalla padella della Lega alla brace del Pd. Stritolati in alleanze con partiti che hanno una propria storia ed esperienza che alla fine destinati a fagocitare il Movimento.
L’operazione è di recuperare il dialogo con i colonnelli della Lega e giungere con un mini patto e far approvare, giovedì alla Camera, la riforma con il taglio degli onorevoli grazie ai voti del Carroccio.
Operazione che però allo stato non è possibile, Conte nel tardo pomeriggio di oggi aprirà formalmente la crisi e quindi bloccherà i lavori parlamentari.
Sarà l’avvio, ufficiale, della trattativa per il governo di legislatura insieme al Pd, 5Stelle, Leu, +Europa a cui è destinato ad aggiungersi Forza Italia. La rottura con Matteo Salvini è stata imposta da Beppe Grillo a cui tutti si sono dovuti uniformare.
Pier Paolo Milanese