“Sei nero? Sei straniero? Allora smamma. Qui non puoi entrare. Sei solo un mangiabanane”.
Queste le parole pronunciate dal personale della sicurezza di uno stabilimento balneare di Chioggia.
E se il malcapitato accennava a una timida reazione, una critica, una polemica solo accennata, le prendeva di santa ragione. Una vergogna. Uno schifo. In una parola : razzismo e violenze.
A buttare le mani ci pensava il personale della sicurezza che spesso intervenivano energicamente per allontanare i clienti neri anche se italiani.
Episodi principali – in particolare due – che hanno indotto il questore di Venezia a sospendere per 13 giorni la licenza dello stabilimento. È solo la punta dell’iceberg, perché il personale della sicurezza della struttura si sarebbe reso responsabile di varie aggressioni.
Ci sono le denunce dettagliate delle vittime che dopo aver subito le aggressioni verbali, psicologiche e fisiche hanno sporto querela.
Proprio a seguito degli esposti sono subito scattati accertamenti congiunti del Commissariato di Chioggia e della compagnia Carabinieri di Chioggia Sottomarina dove sono emersi altre violenze avvenute nel locale: tra queste un’aggressione ad un avventore che aveva subito la frattura delle ossa nasali, con prognosi di 20 giorni.
La Questura riferisce che le violenze e le discriminazioni avevano generato un elevato allarme sociale, evidenziando “una non adeguata vigilanza del locale da parte del gestore”.
Il comportamento del personale ha “pericolosamente minato diritti costituzionalmente garantiti quali la pari dignità sociale senza distinzione di sesso, razza, lingua e di religione”, che devono essere garantiti, in particolare, dai titolari di autorizzazioni di pubblici esercizi.