Scene come non se ne vedevano da anni. Passeggeri assiepati come sardine in scatola.
C’è chi è seduto sugli scalini, chi apre un piccolo sgabello da spiaggia, addirittura ci sono dei giovani esausti che si sdraiano a terra, bambini che piangono in braccio a nonni in bilico.
Una signora proprio non riesce più a stare in piedi e per poco non collassa. L’aria è irrespirabile per il caldo. In alcuni convoglio l’impianto refrigerante non funziona ed i finestrini sono bloccati.
Benvenuti nell’inferno del treno regionale Napoli-Cosenza. Ore 19 e 30 è l’ultima partenza per la Calabria. Sono tanti i pendolari costretti a prendere questo treno.
La programmazione delle Ferrovie dello Stato ha dato una bella sforbiciata a treni e orari. Bagagli, borse, valigie e poi gli utenti. Dai pannelli luminosi si avvisa che c’è un guasto tra la stazione di Salerno e Pontecagnano. Forse non si parte.
I ritardi accumulati sono di oltre 90 minuti. Ma c’è una tenue speranza. L’inghippo è sorto alle 17 per un problema tecnico. Si lavora pancia a terra per risolvere l’imprevisto. C’è di nuovo un avviso: problema risolto, si parte. Tutto sembrava andare per il verso giusto.
Certo i vagoni sono una sauna, la gente ha acquistato forma e contorno del vicino. Si stringono i denti, siamo del Sud. Tra l’altro il centro studi Svimez proprio ieri ha documentato che dall’armadio è stato rimessa fuori la valigia di cartone dei nonni. I Meridionali si scoprono popolo emigrante altro che immigrati.
Colpo di scena. Il treno giunge a Salerno e li finisce l’Italia. È l’effetto imbuto. Il servizio dev’essere normalizzato e allora occorre attendere.
Colpa dell’evento non previsto cioè il guasto che ha mandato in tilt la ‘regolarità’, si fa per scrivere, della circolazione ferroviaria. Trascorrono i secondi, i minuti, le ore. Il treno non si smuove per oltre 90 minuti.
Nei vagoni la tensione sale. C’è chi non resiste, c’è chi si lamenta, chi soffre con la pressione, ci sono i bambini che devono fare cacca, c’è chi ha sete, chi dee fare pipì e chi comincia ad essere ansioso.
Ma c’è anche chi stoicamente resiste imperterrito però giura al mondo intero che il prossimo treno lo prende per il Nord con biglietto di sola andata e s’impegna a votare anche Lega e Matteo Salvini.
Finalmente il treno si muove. Come pronunciò l’abiuro Galileo Galilei : “ Eppur si muove” certo il grande scienziato inviso alla potere della chiesa non aveva mai viaggiato sul treno regionale Napoli-Cosenza.
Genny Attira