“Il mare, i tuoi occhi, il Vesuvio, il tuo cuore”. Queste parole di chiusura dell’omelia dedicata a Luciano De Crescenzo che racchiudono in se più di tante parole scritte e lette su di lui.
La Basilica di Santa Chiara stracolma di persone, gremita dei ‘suoi’ napoletani ha dato oggi l’ultimo saluto al Professore.
La sua Napoli, il suo popolo, gente dei quartieri “alti” e gente del popolo vicini in un solo battito di cuore.
Il silenzio nella chiesa, silenzio e raccoglimento. La commozione negli occhi della gente, occhi nel vuoto di chi ha perso un parente stretto.
Le parole di Marisa Laurito, un escursus recitato della vita di De Crescenzo, una forte emozione, mentre il suo amico Renzo Arbore è riuscito a strappare dei sorrisi ricordando aneddoti, ma poi anche la sua voce si è spezzata nelle ultime parole dedicate al Professore.
L’assessore Nino Daniele, ha detto che gli verrà dedicata una strada.
Applausi e silenzi si alternavano lungo le navate.
Il grande abbraccio di Napoli, dei napoletani di cultura, semplici, quelli che sono stati fonte di ispirazione di De Crescenzo erano li, guardavo i loro volti e ne riconoscevo le caratteristiche.
Luciano De Crescenzo, Napoli ti ha ispirato facendoti scrivere il libro “Così parlo’ Bellavista”, ma noi napoletani ti ringrazierò sempre per aver mostrato al mondo l’anima nostra più vera, la nostra filosofia di vita, il saper accogliere tutto della vita, ma non essere persone che passivamente accettiamo, che lottiamo sempre per il giusto, un popolo aperto agli altri e umano con gli umani.
Una signora al mio fianco ha detto:mo’sta in buona compagnia, con Edoardo, Totò, Massimo, Pino mo’ ci sta uno in più che ci proteggerà!
L’energia che ci hai trasmesso, insieme ai questi nostri grandi cittadini, resti per sempre nel nostro popolo, ne abbiamo un gran bisogno.
Grazie Professore!
Luciana Calienno
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