Il premier Giuseppe Conte sembra aver rotto gli indugi. Dopo oltre un anno di governo stretto e condizionato dai capricci dei due vicepremier pare adesso splendere di luce propria.
Non vuole più apparire come un burattino, l’esecutore degli ordini, il mediatore delle rivalità dei due giovani leader.
Incassato a livello europeo il lasciapassare dei conti dell’Italia, evitata per ben due volte l’apertura dell’infrazione da parte della Commissione Ue, Conte ha un proprio spazio politico vitale.
Guarda i sondaggi e vedere crescere il proprio gradimento e fiducia. Il presidente del Consiglio è percepito come un galantuomo, un uomo di garanzia alla stregua del capo dello Stato Sergio Mattarella.
Questo è il tesoretto che Giuseppe Conte possiede con gli italiani. Un consenso che non gli consentirebbe di creare un suo di partito ma sicuramente adesso può giocare delle gare in autonomia e stabilir o meglio imporre una linea seguendo il solco della “sacralità delle istituzioni”.
La decisione di andare in Parlamento e rispondere sulla vicenda del Russiagate è un segnale o meglio uno schiaffo dato in pieno volto al ministro dell’Interno Matteo Salvini.
L’uscita improvvisa e in prima persona di Conte è stato un fulmine a ciel sereno per la Lega. Una ‘mossa del cavallo’ che ha fatto salire la pressione a Salvini già molto provato e travolto dalle polemiche.
Insomma, Conte scava una trincea e getta lo sguardo verso un diverso orizzonte politico-istituzionale.
Nei corridoi di Palazzo Chigi c’è chi già parla di un Conte bis con una maggioranza diversa da quella di oggi e con un nuovo contratto a cui aderiscono – attorno al M5S – altre forze politiche.
Notaio del nuovo patto con la benedizione del Quirinale ci sarebbe proprio lui ‘l’avvocato del popolo’ nel presiedere un Governo di salute pubblica.
Pier Paolo Milanese