Binario della Circumvesuviana per Sorrento, stazione di piazza Garibaldi, Napoli, 2019.Caldo asfissiante e troppo tempo di attesa.
La gente inizia a perdere la pazienza. La folla si addossa, spinge, preme. Non c’è quasi più spazio per restare in piedi sulla banchina, si lambisce la striscia gialla di sicurezza.
“Oh my God…” bisbiglia distrutto un turista che tiene per una mano la moglie e con l’altra il suo trolley. Occhi sgranati e rossi, sono visibilmente sconvolti dallo spostamento irreale di questa transumanza.
Il treno della Circumvesuviana porta un ritardo di 40 minuti. Troppe persone, centinaia di turisti tutti in attesa del convoglio, caldo, sudore e bestemmie.
Ecco l’ennesimo annuncio “il treno per Sorrento è soppresso”. Chi è pendolare sa bene cosa significa. Chi vive ogni giorno e utilizza questo mezzo di trasporto è volto alla rassegnazione, si affida alla cultura della sdrammatizzazione, c’è poco da scherzare e che gli annunci (in italiano, quasi mai in inglese) sono sempre gli stessi.
“Il treno per Napoli porterà 20 minuti di ritardo”, “Attenzione prego, questo elettrotreno non è atto a viaggiare perché guasto, ci fermeremo a San Giorgio a Cremano in attesa di un altro treno”, “La circolazione è temporaneamente sospesa a causa di problemi tecnici”, “Si avvisano i signori passeggeri che i treni sono in ritardo per mancanza di materiale rotabile”.
E’ una nuvola di insicurezza che aleggia, un sentire comune di precarietà di un servizio volto all’inciviltà. Sicuramente non degno della terza Regione d’Italia. Non solo problemi legati alla vetustà dei convogli, all’organizzazione rimasta quella di 40 anni fa e all’improvvisazione elevata a governance. C’è dell’altro.
È di qualche giorno fa, ad esempio, la notizia di un uomo di cinquant’anni che oltrepassato i tornelli della stazione di Sorrento, superando la barriera con il trucchetto di seguire il passeggero che oblitera il biglietto, si rende protagonista di un gesto di assurda violenza.
L’uomo è stato notato da un dipendente delle ferrovie che gli ha intimato di tornare indietro. Il 50enne non demorde e reagisce a muso duro dopo una violenta discussione sferra una testata al capotreno. Il ferroviere prontamente soccorso e accompagnato all’ospedale di Sorrento, i medici gli diagnosticano una fattura del setto nasale.
Chi non è pendolare potrà leggere su google notizie di incendi nei vagoni, soppressioni, ore di attese, guasti di ogni tipo, viaggiatori costretti a scendere da treni in avaria e camminare sui binari fino alla prima stazione utile, oppure di violenze, risse.
E quando si riesce a viaggiare occorre convivere con display con indicazioni sbagliate che confondono e se piove, l’acqua entra nei vagoni, se fa caldo l’aria è irrespirabile.
L’unica boccata d’ossigeno è possibile prenderla dai finestrini però spesso sono bloccati e chiusi a doppia mandata.
“Lasciate ogni speranza, o voi che entrate” dovrebbe essere questa la nuova insegna da sistemare fuori la stazione terminale della Circumvesuviana.
La linea per Sarno, ad esempio, vede ragazzi italiani e stranieri fumare tranquillamente sigarette e canne all’interno dei treni e se, nella più ovvia delle denunce, si prova ad avvisare i macchinisti della cosa, la risposta sarà sempre la stessa: “Ogni giorno è così, non possiamo fermare i treni ogni volta per chiamare i carabinieri causando un ulteriore disservizio agli altri passeggeri”.
Nessuna vigilanza, nessun servizio di sorveglianza, nessuna garanzia di sicurezza per il viaggiatore, eppure i biglietti e gli abbonamenti costano, e anche tanto. Sembra che non ci sia una reale percezione del problema da parte della dirigenza Eav, della Regione Campania.
Pur volendo credere nella buona fede di chi, magari, dice di fare il proprio dovere nel miglior modo possibile, bisogna ammettere ed evidenziare con più vigore che non c’è una concreta consapevolezza non tanto del semplice disagio, ma di un vero e proprio stato di emergenza costante, con pericoli per la salute, per la sicurezza.
Pagano prezzi altissimi migliaia di cittadini di ben 97 stazioni (alcune disastrate da incuria e vandali) che quotidianamente per lavoro o per altro, sono “costretti” ad utilizzare.
La circumvesuviana raggiunge fiori all’occhiello del nostro patrimonio artistico, si pensi agli scavi di Ercolano, a quelli di Pompei, alla costiera sorrentina, al Santuario della Madonna dell’Arco, alle ville del Miglio d’oro, alla reggia di Portici, l’elenco sarebbe davvero infinito, e lo fa con un sistema al collasso che forse merita davvero più riflettori da parte di media e istituzioni, nella speranza di garantire in tempi più rapidi la risoluzione al problema.
In una concezione, tutta partenopea, dove ci si abitua anche al disagio più assurdo, rischiamo di restare assuefatti da questa difficoltà, rimanendo stagnanti in questa condizione che dura ormai da anni, fedeli a quella mentalità che ci vede tutti fare spallucce dicendo: “Tanto non cambierà niente!”.
C’è poco da fare spallucce sopportando in silenzio. Bisogna contrastare questa idea di rassegnazione secondo cui le cose devono andare così. Ed ecco il nuovo annuncio “Si avvisano i passeggeri che i treni oggi non saranno più garantiti per sciopero del personale”.
Amedeo Zeni