La sensazione è di un attacco pesante sferrato contro la vera camorra. Quella che si annida nei gangli delle istituzioni, quella che riesce a condizionare pezzi dello Stato e ottenere così coperture e impunità.
L’operazione San Gennaro questo il nome dell’inchiesta condotta dai magistrati della Procura di Roma che procede in quanto è indagato un giudice del Tribunale di Napoli.
Nel mirino c’è addirittura finito un giudice del Tribunale di Napoli e altre 4 persone finite agli arresti da parte della polizia nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Roma dalla quale emergono contatti tra gli indagati e appartenenti alla camorra.
È Alberto Capuano il giudice arrestato nel blitz dei poliziotti della squadra mobile di Roma, nel corso di un’operazione anticorruzione della polizia, coordinata dalla Procura capitolina. Il magistrato sarebbe al centro di un sistema corruttivo e sarebbero emersi collegamenti degli arrestati con appartenenti alla camorra.
Capuano, 60 anni, è giudice nella sezione distaccata di Ischia, in precedenza è stato gip presso il tribunale di Napoli. Insieme a lui sono finiti in carcere il consigliere circoscrizionale di Bagnoli, Antonio Di Dio (66 anni), l’avvocato Elio Bonaiuto (71 anni), Giuseppe Liccardo (31 anni), pregiudicato e vicino al clan Mallardo di Giugliano, e il libero professionista Valentino Cassini (52 anni).
I 5 sono indagati, a vario titolo, per corruzione nell’esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e in atti giudiziari, traffico di influenze illecite, millantato credito, tentata estorsione e favoreggiamento personale.
Sono stati gli agenti della squadra mobile di Roma ad eseguire i fermi e una serie di perquisizioni a carico degli indagati.