Dopo il grande successo del film “Tutto può accadere nel villaggio dei miracoli” del 2016, il regista Modestino Di Nenna collauda un format vincente fatto di recitazione mista tra attori professionisti e disabili e propone il suo nuovo film “Sotto il segno della Vittoria”, prodotto da “Noi con Loro” Onlus e coprodotto da Machine Tools di Emanuele Di Dio.
La decisione del regista di utilizzare il cinema come strumento didattico parte nel 2001 con il film “Big Boys” per poi trasformarsi gradualmente in cinematerapia nei film “La Seconda Vita” (premiato al Giffoni Film Festival nel 2012, con la partecipazione di Giancarlo Giannini tra gli attori protagonisti) e “Le meraviglie dell’amore” con Massimo Ghini, nel 2013.
La svolta arriva nel 2016 con il film “Tutto può accadere nel villaggio del Miracoli”, quando la narrazione cinematografica si sposta dal racconto delle patologie e dei deficit dei disabili alla loro vita quotidiana fatta di ironia, sogni e speranze, consolidando ancor di più l’integrazione tra attori professionisti – tra cui Barbara De Rossi, Maurizio Mattioli, Flavio Bucci – e disabili. La critica conferisce a questa tipologia di pellicola un valore formativo, didattico e sociale utile ed addirittura avanguardista.
Alle spalle del regista avellinese l’Associazione irpina “Noi con Loro”, impegnata già dal 1987 in attività laboratoriali con i diversamente abili e che ha finanziato parte delle riprese del film attraverso libere donazioni.
Incontriamo Modestino per parlare della nuova sfida di “Sotto il Segno della Vittoria”, un titolo da film americano, da storia avvincente, e di fatti lo è poiché racconta l’ambizione sportiva di un disabile di raggiungere il record in velocità dei 100 metri.
Ancora una volta sono i suoi attori diversamente abili diventati dei professionisti a recitare al fianco di attori affermati tra cui Flavio Bucci, Antonio Fiorillo e lo statunitense John Savage. Il film è stato realizzato anche grazie alla collaborazione con l’Università di Cassino, del Lazio Meridionale, del Comune di Formia e del Comune di Picinisco.
Modestino è un uomo solare, allegro, positivo, dagli occhi luminosi ma profondi che arrivano lontano. Riesce a parlarci dei disabili col sorriso e la voglia di fare, è fiero dei suoi ragazzi.
“Attualmente la cinematografia relega ancora ai film con disabili una categoria a parte, io credo sia ora di abbattere queste inesistenti barriere, dalla mia esperienza di regista posso con certezza affermare che i deficit dei disabili sono abbondantemente colmati dalle loro potenzialità ed abilità di espressione e recitazione, che li pone sullo stesso piano di attori normodotati con carenze e deficit di altro tipo; difatti stiamo collaborando con l’Università di Cassino, che sta analizzando proprio il ruolo della recitazione come terapia, supportando il nostro lavoro. Attraverso il soggetto di questo ultimo film l’intenzione è quella di rendere consapevole un pubblico, che ancora va a vedere questo tipo di film per solidarietà, dell’esistenza di parità ed integrazione tra normodotati e diversamente abili nel mondo del cinema”.
Ci racconta dell’unicità di un set misto in cui a volte bisogna interrompere la scena per emergenze sanitarie, scena che poi riprende per la caparbietà e professionalità di tutti gli attori, senza discriminazione di sorta. La troupe diventa una famiglia, un luogo senza tempo dove ogni “ciack si gira” è una nuova storia.
Proprio John Savage, durante le riprese, ha colto l’unicità di questo nuovo tipo di cinema dichiarando che potrebbe essere una novità di grande interesse negli USA, rendendosi disponibile a ricercare una distribuzione negli States.
Il film sarà in anteprima al Multisala Barberini di Roma dopo le feste natalizie per poi uscire nelle sale cinematografiche italiane nel 2018.