La Napoli più nobile trasformata in uno spicchio di Betlemme; con un ponte, quello di Chiaia, al posto della grotta. Si presenta così il presepe realizzato dall’associazione Theotokos visitabile da domani, nella Chiesa di San Ferdinando, in Piazza Trieste e Trento.
Nella rappresentazione della città che si fa essa stessa presepe, sulla sinistra si incontra uno spaccato di Palazzo Reale, al centro la facciata della stessa Chiesa di San Ferdinando e sul lato destro il Palazzo della Prefettura, che ospita al piano terra il Gran Caffè Gambrinus.
Il cuore della scena è nella parte anteriore, dove uno spaccato del Ponte di Chiaia è eletto a luogo della Natività, mentre poco più in là, su una pavimentazione di sampietrini, si può ammirare la Fontana del Carciofo’.
Così, nelle mani degli artigiani, il quartiere dello shopping e della movida diventa l’epicentro del Natale: oltre duemila anni dopo, Gesù rinasce sotto il Vesuvio, a pochi passi dal mare, in uno scenario che ospita personaggi celebri.
Sullo ‘scoglio’ compaiono, infatti, pezzi unici modellati a mano con tecnica originale del Settecento napoletano che raffigurano artisti napoletani di fama non più viventi, in continuità con la tradizione del luogo sacro ospitante, detta appunto ‘Chiesa degli Artisti’.
Tra questi, si riconoscono distintamente Sergio Bruni, Pupella Maggio, Enzo Cannavale, Aurelio Fierro, Nino Taranto, Luisa Conte, Rino Zurzolo, Carlo Taranto, Nunzio Gallo.
Personaggi emblematici della città le cui esequie si sono celebrate nella chiesa.In primo piano si incontrano Luisa Conte, Sergio Bruni con un cesto in mano, Umberto Bellissimo, Antonello Leone, Renato Ruocco, Enzo Cannavale, Rino Marcelli e Pupella Maggio. Poco piu’ in la’, ecco Rino Zurzolo e Nunzio Gallo, mentre sulla sinistra ci sono Aurelio Fierro, Carlo e Nino Taranto.
Ad aprire la processione, sull’estrema destra, San Ferdinando, che da’ il nome alla Chiesa. Conclude la nota:
”Il manufatto, un’opera d’arte che tra progettazione e realizzazione ha richiesto una decina di mesi di lavoro e resterà esposto per sempre nella Chiesa, assumendo dunque valore di attrattore turistico, è stato realizzato dai maestri artigiani Adriano Trapanese per lo scoglio, Federico Iaccarino per i pastori e Gennaro Ranieri per l’oreficeria, con la collaborazione degli allievi dei Laboratori di Formazione Artigianale Theotokos.
A loro guida, l’ispiratore e committente del progetto, monsignore Lino Silvestri, rettore della Chiesa di S. Ferdinando’.