Nel mondo del giornalismo può accadere di tutto, di più. Non si era mai visto un giornale “Il Corriere del Mezzogiorno” versione on line che su indicazione del suo nuovo direttore Antonio Polito istituisse, una rubrica ad personam denominata “Il direttore sui media”.
Qui si celebrano le apparizione televisive e su altri media dello stesso direttore. Senza parole. Sembra il vecchio Antonio Polito, politico. Correva l’anno 2006 quando eletto senatore con Democrazia e Libertà – La Margherita nella circoscrizione Campania partecipava in via Santa Brigida a estenuanti riunioni e summit coordinate da Ciriaco De Mita conservandosi sempre un’ultima parola saggia.
Certo un salto ragguardevole: passare dalla vecchia militanza del gruppo maoista Unione dei Comunisti Italiani all’ermeneutica interpretazione dei ragionamenti strategici dello statista di Nusco.
Acqua passata. L’ego-direttore Antonio Polito adesso lo si può ammirare un giorno si e anche l’altro in un “Porta a Porta”, “Agorà”, “Linea notte”, “Rai Storia” e nelle trasmissioni radiofoniche “Baobab”, Effetto Notte, “Prima di Tutto”, “Radio anch’io” senza dimenticare di leggerlo sul rotocalco “Oggi” tutto direttamente dalla testate che dirige da poco più di due mesi. Cliccando il link della rubrica si legge: “Dai media. I commenti di Antonio Polito – Politica, fatti, e cultura: le opinioni del direttore del ‘CorrieredelMezzogiorno’ in televisione e radio”.
Insomma ci troviamo di fronte a un clamoroso caso di autonarcisismo giornalistico, un repentino ripiegamento su se stessi, un’autocelebrazione delle proprie “gesta d’eroi”. Eppure il giornalismo dovrebbe essere altra cosa. Si sa i tempi cambiano e dalle parti di vico II San Nicola alla Dogana c’è qualcuno che comincia a rimpiangere il non tanto amato storico direttore e fondatore della testata Marco deMarco.
Arnaldo Capezzuto