Proprio in coincidenza con il triste anniversario di martedì 4 marzo – a un anno dalla misteriosa e dolosa distruzione del polo scientifico – nella sala Newton a Coroglio alla presenza del neo ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini salta la firma dell’accordo.
La lite scoppia tra il Comune di Napoli e la Regione Campania. Un gioco di prestigio e scompare nel protocollo stilato tra le parti – tempo prima – la congiunta bonifica dei suoli dell’ex Italsider e la ricostruzione della nuova Città della Scienza.
Scandalo, polemiche, accuse incrociate, veleni e le solite mitragliate all’indirizzo di Palazzo San Giacomo. Ora si corre ai ripari e per domani si profila un nuovo patto che consiste in un doppio accordo separato: ricostruzione del polo scientifico e l’avvio della bonifica. Per ricucire la frattura istituzionale è sceso in campo direttamente il Ministro dell’Ambiente Gian Carlo Galletti che ha piantato dei paletti precisi e stabilito una rigida procedura.
Il brusco stop certifica la brutta sensazione che il pallino del gioco invece di tenerlo le istituzioni sia in mano ad ambienti, entità, cordate, potentati. E su Bagnoli, Coroglio gli appetiti non mancano, davvero. Basti solo constatare come le gare d’appalto per i suoli vadano puntualmente deserte senza considerare le energiche spinte che da anni tentano di far modificare la variante Bagnoli al piano regolatore.
Le mani su Bagnoli e Coroglio ci sono e non sono proprio pulite. Le istituzioni dovrebbero invece agire con chiarezza, nettezza e trasparenza. Insomma non dare adito a dietrologie, non mostrare il fianco, non aprire canali dove magicamente spuntano i soliti noti. C’è davvero da pensare male.
IN ESCLUSIVA La Domenicasettimanale mostra un verbale d’accordo stilato tra Regione Campania, Comune di Napoli e Ministero della Coesione territoriale e datato addirittura 30 gennaio 2014 dove in sette punti vengono gettate le basi per la rinascita della nuova Città della Scienza e la contemporanea bonifica dei suoli dell’ex acciaieria dell’Italsider.
Come dire carta canta. E la voce è squillante. Chi ha stonato ed anche parecchio – in questo caso – è stato il poco coraggioso e democristianosocialistaforzaitaliota Stefano Caldoro. In calce al verbale di accordo ci sono le firme del sindaco di Napoli, del vice presidente della Regione e del Ministro.
Atti concreti con protocollo DPS 973-31/01/2014. L’impegno è chiaro e netto e non ammette tentennamenti: “Il Ministero dell’Ambiente dovrà essere interamente coinvolto in questo percorso per confermare l’avvenuta certificazione della regolare bonifica dei terreni dove si svolgerà la ricostruzione; garantire il contestuale avvio del progetto di bonifica dei fondali e ripascimento della spiaggia utilizzando la somma di 48 milioni di euro già nelle disponibilità del Comune”.
Su questa base e premessa lo scorso 4 marzo alla sala Newton alla presenza del ministro doveva essere solo sottoscritto formalmente l’atto. Invece qualcuno con nome e cognome e accoliti ha rovesciato il tavolo. Stessa messa in scena o meglio sceneggiata napoletana del Teatro San Carlo con dimissioni di massa dal consiglio di amministrazione.
Allora chiedo, mi chiedo perché la Regione Campania nella persona dello stesso vice presidente Guido Trombetti ha negato l’accordo già delineato da un verbale della bonifica e congiunta ricostruzione facendo saltare la firma dell’avvio dei lavori? E più che altro a che gioco gioca e per chi gioca – a questo punto – il governatore Stefano Caldoro?
Arnaldo Capezzuto