“CI STANNO AVVELENANDO da troppi anni. Basta!”. Il popolo della “Terra dei fuochi” non si ferma. Manifestazioni, cortei, sit-in e flash mob ormai sono quotidiani. “No, ai roghi tossici”.
“Stop biocidio” “Né a Giugliano né altrove” “Entrano rifiuti escono veleni”. Slogan che denunciano il disastro dei territori campani. L’epicentro di questa Chernobyl campana è il perimetro della “Terra dei fuochi” a Caivano che con Acerra, Marcianise, Orta di Atella, e Giugliano rappresenta lo stoccaggio dei rifiuti tossici.
Ci sono circa due milioni e mezzo di scorie interrate sotto i campi coltivati. La produzione dei rifiuti industriali è giunta ai 140 milioni di tonnellate. E se l’emergenza rifiuti urbani ha portato la Campania ad essere lo zimbello d’Europa, le organizzazioni criminali ci hanno fatto diventare, insieme alla Grecia, la discarica tossica d’Italia. Ora dopo aver inquinato si preparano ad incassare i soldi delle bonifiche.
Da noi sono smaltiti dai 30 ai 35 milioni di tonnellate di scorie di aziende che producono in nero e cioè in regime di evasione fiscale. L’industria del Nord si è avvalsa della complicità a pagamento della camorra per risparmiare valanghe di soldi sugli smaltimenti delle scorie, sversandole in Campania.
Qui le neoplasie sono epidemiche. Per troppi anni in molti hanno girato la faccia dall’altra parte. Chi governava ha fatto finta di nulla diventando complice di quel sistema che ha messo criminalmente camorre, economia, politica e istituzioni sullo stesso piano. Una osmosi che ha avuto effetti devastanti e nefasti sui territori e compromettendo la vita di intere generazioni. Adesso tutti i rappresentanti delle istituzioni a stracciarsi le vesti e prodigarsi per rassicurare la popolazione.
Monica Capezzuto
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