“BERLUSCONI LO ASSOLVO perché fa mangiare ottantamila famiglie in Italia”. Le parole shock sono di Don Luigi Merola, il giovane parroco da otto anni sotto scorta per le minacce subite dai clan del rione Forcella.
Occasione una trasmissione radiofonica “La Zanzara” dove il prete a briglie sciolte attacca a testa bassa i magistrati e proclama Nicola Cosentino un innocente ingiustamente detenuto.
Non contento assolve dai suoi peccati Silvio Berlusconi. E proprio su quest’ultima “uscita” di Don Merola pare che il cardinale di Napoli voglia far sentire la propria voce come capo dell’Arcidiocesi partenopea.
L’alto prelato potrebbe rivolgere al giovane sacerdote una sorta di “censura canonica” ovvero un avvertimento sulla sua condotta. A far trasalire il porporato sarebbe stato proprio l’uso disinvolto della parola “assolvere”.
Termine che pronunciato a sproposito da un prete e per giunta in un’accorata intervista acquista tutt’altro peso. Sembra che Sepe di recente nonostante abbia incontrato i parroci di Napoli nel corso di un pranzo a Largo Donnaregina non avrebbe degnato neppure di un saluto don Merola.
Un chiaro segnale di dissenso rispetto all’ultima, pirotecnica e contraddittoria performace del giovane sacerdote. Sono stati in pochissimi a chiacchierare con l’ex parroco del rione Forcella.
C’è qualcuno che in un colloquio molto riservato con il cardinale avrebbe sollecitato il capo della chiesa di Napoli a prendere una chiara e netta distanza dalle parole di attacco di Don Merola contro la magistratura e in particolari quelle rivolte al sostituto procuratore Henry John Woodcock.
Il timore manifestato dal consigliore è di una possibile attenzione della magistratura sulla chiesa partenopea. Riflessione sussurrata ma che ha messo di cattivo umore l’arcivescovo non scevro da problemi giustizia.
Basta ricordare la vicenda che lo vede sott’indagine a Perugia sull’uso degli immobili di proprietà della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ex Propaganda Fide, di cui Sepe è stato prefetto dal 2001 al 2006.
Arnaldo Capezzuto