“PAGA O METTO il video online.” È questa la minaccia, perché di una vera e propria minaccia si tratta, che un impiegato di Casoria ha ricevuto via web dopo che una sera, annoiato, aveva deciso di collegarsi al sito chatroulette.com. Un sito di chat dove gli utenti non si conoscono e si intrattengono collegandosi casualmente con la webcam. Una bella bionda, la sua richiesta di “tenere compagnia” ed il giovane impiegato si è ritrovato, in un lampo, senza vestiti.
Un attimo dopo arriva il tentativo di estorsione da parte della ragazza: “500 euro per non diffondere in rete sui social network facebook e youtube le immagini compromettenti. L’uomo terrorizzato paga la cifra richiesta, versando i soldi sul conto intestato ad un marocchino, senza fiatare.
Quando il giorno successivo si è visto arrivare un’altra email con un’ulteriore richiesta di denaro, non ha esitato e si è precipitato dai carabinieri a denunciare l’accaduto. Sempre connessi, sempre rintracciabili, il mondo viaggia sul filo della tecnologia ma sono i giovani quelli che della rete sono i protagonisti più attivi. Smanettano sul web, con pochi limiti, zero precauzioni e genitori che, soprattutto nel caso di bambini o adolescenti, neppure controllano i siti che i loro figli frequentano.
Arriva il bullismo, che in rete diventa cyberbullismo. Un nuovo modo di sopraffazione che va oltre la violenza fisica, è una violenza che nasce e si diffonde nel mondo virtuale ma che ha ripercussioni nella vita reale. L’invio di testi, immagini e video a sfondo sessuale per ricattare è un fenomeno in forte crescita.
Tentativi di estorsione, minacce via web, immagini della vittima di turno per diffamarla, infastidirla o deriderla. Il cyberbullismo viaggia sulla linea dell’anonimato: spesso il bullo si nasconde dietro nomi falsi o false identità, pensando, così, di non poter essere scoperto. Non avere un contatto diretto con la vittima abbassa l’inibizione dei bulli: questo è uno degli aspetti che rende il fenomeno del cyberbullismo tanto diffuso e allo stesso tempo molto violento.
Spesso si filmano atti di violenza, per il solo piacere di diffonderne in rete le immagini, aggiungendo al dolore fisico della vittima, anche la vergogna di vedere sé stessa violata ed umiliata nella propria intimità e nella impossibilità di reagire.
Il cyberbullismo sfocia anche in casi di suicidio con ragazzi e ragazze che non hanno la forza o la capacità di superare l’offesa diffusa in rete, che diventa più importante del mondo “reale”. Nell’ultima indagine conoscitiva sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia, realizzata da Telefono Azzurro e Eurispes nel 2012, è emerso che 1 bambino su 4 (23,6%) è stato vittima di cyberbullismo nel corso dell’ultimo anno. Numeri da brivido.
Dati che preoccupano e danno il perimetro di una emergenza. La percentuale di vittime, soprattutto per quanto riguarda la diffusione di notizie false e scorrette, è più alta tra le ragazze che tra i ragazzi e la fascia di età tra i 16 ed i 18 anni è la più esposta al rischio di subire atti di cyberbullismo (24,1%, contro il 17,9% dei 12-15enni). Insomma un’emergenza vera.
Filomena Indaco