L’ASSESSORA Annamaria Palmieri ha trasferito la sua residenza sul pianeta Marte. Provi a farle una domanda sull’orario delle scuole, la refezione, gli insegnanti precari, il personale di sostegno, ti guarda e con voce stridula ti risponde: “Non lo so. Dei termini economici e di bilancio se ne occupa l’assessore al Bilancio Palma”. Insomma si passa dalla Palmieri alla Palma. Nel frattempo i bambini napoletani sono allo sbando più totale. Una vergogna. Siamo di fronte ad una banda allo sbaraglio: che non sanno fare nulla. Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris lo sa. Il motore della sua Giunta è fermo.
I problemi sono complessi e gli assessori annaspano, non sono in grado, non ce la fanno. E allora il primo cittadino con un colpo di reni per dicembre vuole azzerare i ¾ della sua giunta.
I rumors danno con insistenza l’uscita da Palazzo San Giacomo proprio di Annamaria Palmieri, assessore all’istruzione del Comune di Napoli che a detta di tutti : è inappropriata. Ma in generale il sindaco si preparerebbe ad una vera rivoluzione scassatutto. Azzerrare una Giunta che delude e nei fatti ha indebolito l’azione di governo dell’ex pm. Insomma dopo la defenestrazione degli assessori Pino Narducci e Riccardo Realfonzo forse toccherà a molti assessori uscire da Palazzo San Giacomo prima della lista è proprio la Palmieri che lascerebbe gli uffici del terzo piano del Municipio. In particolare l’ex pm non è affatto contento del lavoro svolto fin d’ora dall’assessora. L’inizio dell’anno scolastico è stato più duro di quello che s’immaginava. Non è sbagliato parlare di un vero e proprio fallimento.
Con mamme e bambini lasciati in alto mare. Asili nido e scuole della prima infanzia lasciati all’anarchia più totale poche le maestre e insufficiente i collaboratori didattici. Un flop clamoroso. Il sindaco De Magistris deve dare un segnale forte e di rottura. Da sempre la Palmieri ha dimostrato di non essere in grado di gestire situazioni complesse. Uno staff pasticcione e un assessore poco propenso all’ascolto hanno fatto il resto. La scuola comunale a Napoli dev’essere rifondata.
Arnaldo Capezzuto