Una campagna abbonamenti non proprio entusiasmante, ritardi nei versamenti del Comune di Napoli (quest’anno la giunta de Magistris ha stanziato un milione di euro) e Regione Campania, difficoltà della Fondazione nel reperire finanziamenti privati, costi di gestione sempre più elevati per la nascita di nuove attività. Questo il quadro poco rassicurante dello stato di salute finanziario della Fondazione Teatro San Carlo. Alla fine pare che in cassa siano affluiti solo i soldi dei fondi del Fus ministeriale quello retto da Salvo Nastasi per capirci. Il futuro del Lirico napoletano appare poco roseo.
Il prossimo mese il cda della Fondazione dopo le convocazioni straordinarie dovrà tratteggiare le linee generali per avviare la programmazione del Massimo partenopeo. I ritardi accumulati sono rilevanti. Addirittura è vuota la casella del nuovo direttore artistico del Teatro San Carlo.
Le casse sono praticamente vuote. Sul fronte dei lavoratori non si sono affatto placate le polemiche arroventate di luglio quando la soprintendente Rosanna Purchia aveva tentato di sforbiciare ai dipendenti del San Carlo l’assegno integrativo aziendale. Sotto accusa è finita la stessa soprintendente che nonostante abbia incassato la fiducia del vicepresidente del consiglio di amministrazione Maurizio Maddaloni la sua posizione resta molto in bilico.
Le maestranze l’accusano e ne chiedono la testa. La soprintendente Purchia La Purchia è stata “imposta” al teatro San Carlo da Nastasi nel doppio ruolo di commissario e capo gabinetto del Mibac. Ogni desiderio è ordine. La Purchia fa le valigie e dal “Piccolo” di Milano sbarca a Napoli. “Spero di essere un buon braccio destro per il nuovo direttore artistico” spiega ma a parte gli arti superiori del direttore artistico non c’è traccia. Una anomalia forse unica in Italia.
Sta di fatto che Nastasi scade da commissario, diventa consigliere del cda del San Carlo e la Rosanna Purchia è nominata soprintendente che i lavoratori contestano un giorno si e l’altro pure. La battuta di de Magistris In un incontro tenutosi tra le maestranze del San Carlo e il presidente-sindaco del cda del Teatro all’unanimità gli è stato chiesto pù volte di mandare a casa il tandem Nastasi-Purchia. Polemiche che de Magistris ha scansato limitandosi a dire: “Non sono qui per la poltrona. Con tutte le “correnti” di pensiero di questo teatro, si deve venire con il cappotto anche a Ferragosto” .
Lo strano cda del San Carlo L’ultima polemica riguarda la composizione del cda del San Carlo. Alla presidenza Luigi De Magistris, alla vicepresidenza Maurizio Maddaloni (presidente della Camera di Commercio di Napoli) e come consiglieri Riccardo Villari, Luigi Cesaro, Stefano Caldoro, Salvatore Nastasi e Andrea Patroni Griffi, fratello di Filippo, ministro alla Funzione pubblica e nipote di Giuseppe, drammaturgo e regista, una lirica di parentele.
Secondo il deputato Idv Pierfelice Zazzera: “Luigi Cesaro, Stefano Caldoro e Salvatore Nastasi sono incompatibili con il cda. Le prime due, sarebbero incompatibili con quanto stabilito dalla legge istitutiva delle Fondazioni lirico-sinfoniche (decreto legislativo n. 367 del 1996), la quale prevede l’autonomia degli organi della Fondazione dagli enti che nominano i propri rappresentanti. Poi Nastasi ha la doppia figura di controllore e controllato”. Perplessità anche per l’attuale senatore Villari nel ruolo di consigliere del Lirico.